L'ipoacusia – che è l'indebolimento dell'udito – può essere dovuta a diversi fattori:
Età: in base alle statistiche, in Italia più del 30% della popolazione che ha superato i 65 anni è colpita da deficit uditivi più o meno gravi, dovuti all’avanzare dell'età; l'indebolimento dell'apparato uditivo è uno dei disturbi più comuni della terza età.
Rumore: il rumore è causa di invalidità professionale. I rumori assordanti in cui ogni giorno ci troviamo a vivere arrecano danni al nostro udito. In realtà il rumore è un problema non solo per l’udito, ma per tutto l’organismo (ha varie ripercussioni, tra cui: aumento della pressione, tachicardia, aritmia, tensione muscolare, bruciore di stomaco, disturbi intestinali...).
Ereditarietà: all'incirca un terzo dei deficit uditivi presenti già dalla nascita è causato da fattori ereditari. Quando in famiglia ci sono casi di ipoacusia, ci sono molte probabilità che questa si trasmetta ai figli. In particolare, ad essere imputato è un gene, la connessina 26. In caso di matrimonio tra due ipoacusici è consigliato chiedere un consulto ad un audiologo o ad un genetista.
Infezioni: varie malattie provocate da batteri e da virus (come rosolia, scarlattina, meningite e altre) possono arrecare danni all’orecchio e provocare perdite uditive più o meno gravi. La stessa otite, una malattia abbastanza frequente specie nell’infanzia, se trascurata può portare a forme irreversibili di ipoacusia.
Otosclerosi: si tratta di una malattia che pregiudica la mobilità degli ossicini dell’orecchio medio e può quindi portare ad avere un’efficienza uditiva ridotta.
Farmaci, fumo, alcool: alcuni farmaci possono avere un’azione nociva sull’organo dell’udito – sono infatti definiti ototossici, vale a dire tossici per l’udito. Anche fumo e alcool possono provocare danni all’udito.